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Corretta informazione in medicina : il dott. Meattini risponde a Saverio Tommasi

Il consigliere della fondazione Firenze radioterapia oncologica Icro Meattini è stato intervistato dal giornalista di Fanpage, Saverio Tommasi, sul dibattuto tema della corretta informazione in medicina, in un periodo storico in cui assistiamo ad una pericolosa campagna di disinformazione e progressiva incontrollata diffusione di informazioni non scientifiche su social e media.

Il dottor Hamer è un medico tedesco radiato dall’Ordine per le sue teorie antiscientifiche, a causa delle quali sono morte numerose persone, anche in Italia. Pierre Pellizzari è un naturopata, e il maggior esponente delle teorie del dottor Hamer in Italia. Ha scritto libri, tiene conferenze e somministra le sue cure “alle persone che mi vengono a trovare”.

Pierre Pellizzari ha rifiutato ogni intervista a tv e giornali, ma io sono riuscito a incontrarlo, e mi ha raccontato dettagli ed esempi riguardo alla cura del cancro, della sclerosi multipla, del tumore al seno, dell’autismo e delle malattie rare nei bambini. Storie ed esempi messi in pratica da lui e dal dottor Hamer; si tratta di racconti totalmente privi di argomentazione scientifica, dunque pericolosissimi nell’approccio e dannosi nei risultati. Può però succedere, ed è il motivo per cui ho deciso di realizzare questo video, che in un momento di diagnosi e paura, qualcuno possa cedere alla tentazione di crederci. Ed è per questo, per denunciare tutto questo, che ho realizzato questa video inchiesta, dove per la prima volta un seguace delle teorie del dottor Hamer parla in modo così aperto.

Alla fine di ogni racconto di Pierre Pellizzari ho chiesto a Icro Meattini – medico in uno dei più importanti ospedali pubblici italiani, oncologo radioterapista – di realizzare alcuni secondi di debunking.

Negli ultimi anni stiamo assistendo ad una preoccupante diffusione di teorie e pratiche alternative al metodo scientifico e alla medicina convenzionale. Questo fenomeno è facilmente alimentato dalla paura per la malattia e per la tossicità delle terapie, dalla disperazione di pazienti e familiari e, soprattutto, dalla scarsa accessibilità a corrette informazioni in merito a malattie e terapie disponibili.
Attualmente la maggior parte dei tumori, se diagnosticati precocemente, possono essere considerati curabili con le terapie convenzionali. Inoltre, il continuo sviluppo e miglioramento di terapie come farmaci biologici target, farmaci immuno-oncologici ed evolute terapie di supporto, hanno reso il controllo degli effetti collaterali molto più efficace, ed una indicazione molto ridotta alla chemioterapia storicamente intesa come terapia molto tossica. La qualità della vita del paziente rappresenta per la medicina convenzionale oggi giorno uno degli obbiettivi primari delle terapie, parallelamente allo sviluppo dell’efficacia delle stesse.
Violente campagne di disinformazione sono attualmente in atto e facilmente accessibili grazie al sempre più incontrollato utilizzo del web e dei social network ed interessano numerose branche della medicina (come ad esempio i vaccini, l’oncologia, e le malattie rare).
Quel che è più grave è che sempre più spesso queste informazioni fuorvianti vengono “occultate” assieme a messaggi positivi. Come ad esempio campagne a favore di un corretto stile di vita assieme a pratiche che sconsigliano la cura di malattie potenzialmente mortali con la medicina convenzionale (la cui efficacia è dimostrata e garantita dal metodo scientifico).
La comunità scientifica aiutata dal Governo, dalle Istituzioni e dai Media dovrebbero incoraggiare, parallelamente all’adozione di un sano stile di vita (alimentare, riduzione dello stress, abitudine al fumo), l’accessibilità alle corrette informazioni sulle terapie, e dovrebbe favorire le pratiche di diagnosi precoce e prevenzione, come lo screening per le malattie oncologiche (ad esempio il PAP test e la mammografia) e le vaccinazioni obbligatorie.

Per approfondire
http://www.aiom.it
http://www.insiemecontroilcancro.net
http://www.radioterapiaitalia.it
http://europadonna.it

Il metodo scientifico per cui si passa da un’ipotesi zero alla pratica clinica è lungo e complicato, a garanzia dell’efficacia e della sicurezza.
Nel video il medico Icro Meattini accenna alle fasi del metodo scientifico di uno studio sperimentale, una spiegazione che però, per esigenze di brevità, sono stato costretto a tagliare in vari punti. Di seguito riporto una spiegazione (comunque in breve) ma più dettagliata del suo funzionamento, perché penso possa essere efficace per comprendere meglio l’intera questione e l’imprescindibilità del seguire una prassi scientifica nella valutazione di qualsiasi approccio terapeutico:

“Innanzitutto prima che un farmaco venga sperimentato sull’uomo si deve partire dalle cosiddette “ipotesi zero” che nascono da osservazioni in merito a farmaci potenzialmente attivi, con evidenze che generalmente provengono da studi di preclinica. Solo una piccolissima parte di molecole studiate dai ricercatori arrivano oggi giorno ad essere realmente testate in uno studio clinico sperimentale.
La Fase 0/1 consiste nella valutazione della sicurezza e tollerabilità di un intervento medico innovativo (che può essere farmacologico, ma non solo). Generalmente si tratta di studi con pochi pazienti, dalla durata di mesi. Solo in caso di esito positivo si passa alla Fase 2, che valuta l’attività terapeutica del farmaco nei confronti di un obbiettivo prefissato (che può essere il miglioramento della sopravvivenza, la riduzione delle ricadute di malattia, la qualità della vita). In caso di dimostrata attività (studi con numerosità maggiore, durata media da mesi a qualche anno), si considera la cosiddetta “Fase 3”, che prevede il confronto tra l’intervento innovativo con un omogeno campione di pazienti trattato con l’attuale standard terapeutico per quello stadio di malattia (studi con centinaia/migliaia di pazienti, durata di anni). Solo in caso di ennesimo esito positivo l’innovazione viene discussa dalla comunità scientifica internazionale (attraverso associazioni specialistiche, estensione di linee guida, raccomandazioni ed evidenze, congressi internazionali, panel di esperti) ed entra nella pratica clinica routinaria dopo il vaglio delle autorità competenti.
Nel metodo scientifico vi è l’attiva collaborazione di numerose figure professionali specialistiche, ognuna delle quali da il suo inestimabile contributo alla buona riuscita della ricerca (specialisti preclinici, clinici, fisici, ingegneri, statistici, epidemiologi…).
Questo processo, in continua evoluzione, può richiedere pertanto anche molti anni dall’ipotesi zero, ma è la garanzia di una buona pratica medica. Se si elude questo iter scientifico non si può parlare di comprovata cura efficace”.

Credits Fanpage.it